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  • Immagine del redattoreFrancesca Panarello

Fare pace è rispondere con ciò che si maneggia con cura

Aggiornamento: 4 set 2020

Ho idea che ogni essere umano desideri vivere in pace con gli altri e con se stesso.

Per quello che osservo è un cammino, fatto di varie tappe, di approdi, per riposarsi dalle fatiche e di momenti di festa, per celebrare nuove consapevolezze.

È un cammino fatto di spinte interiori e slanci altruistici.

È un percorso in cui assumersi la responsabilità dei propri punti di vista, dei propri sentimenti e dei propri comportamenti.


Essere responsabile significa letteralmente: rispondere con ciò che si tiene bene in mano, che si “maneggia con cura”.


Abbi la cautela dei cristalli con me e anche con te. Quello che siamo è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei e affettivo e fragile. (Sii dolce con me, sii gentile - Mariangela Gualtieri)


Mi assumo la mia responsabilità quando offro a me stessa e all’altro/a una risposta abile, quando, cioè, mi apro alla richiesta dell’altro/a e offro ciò che mi appartiene, che ha valore per me.

La domanda responsabile non è - Cosa vuoi da me?!, ma - Cosa posso offrire ?

La risposta responsabile non è - Veditela tu, è un tuo problema, io sono fatto/a così!, ma – Posso mettere a disposizione, in tuo favore quello che di prezioso ho… tra le mani.


In genere pensiamo a qualcosa di prezioso come ai nostri lati positivi e grandiosi, oppure, al contrario a quanto di più emarginato e nascosto, in ogni caso a quei lati che “usiamo”, per attrarre le attenzioni di chi incontriamo e per conquistarne l’amore.

In realtà, prezioso è il frutto dei lati più oscuri: ciò che da istanza di rivincita/riscatto/dominio diventa offerta abile.


Se sono uno/a che ha subito vessazioni e costrizioni, non sono responsabile se faccio della libertà uno strumento di conquista, controllo e potere sull’altro/a, ma se metto a disposizione quella libertà per l’altro/a. Se mi libero e libero.

Se sono uno/a che ha subito esclusioni e abbandoni, non sono responsabile se faccio del bisogno di riconoscimento e valorizzazione, un mezzo per sedurre, inseguire e implorare, ma se metto a disposizione l’ascolto e la valorizzazione dell’altro, che so quanto sono importanti per me. Se mi ascolto e ascolto. Se mi valorizzo e valorizzo.


È il paradosso… della vita, lasciare che il seme “muoia” e si trasformi per fare spazio al fiore.

Nella reciprocità e nell’accettazione dei tempi e delle risposte abili (le proprie e quelle dell’altro/a), a mente libera e cuore aperto, le porte, tutt’al più socchiuse, i muri muniti di scale e feritoie, abbelliti di edera o fiori rampicanti.


È una danza, un cammino, un apprendimento, è una via…



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