A chi dice di non capire "a cosa servo" e cosa intendo, quando dico che la mediazione non è un traguardo, ma un processo, di apprendimento.
- Non si capisce quello di cui parli e scrivi.
- Vuoi dire che non ti è chiaro?
- E' difficile.
- Da capire, intendi? Tu non lo comprendi?
- In un certo senso, sì... però è complicato.
- Per quello che comprendi, ti arriva faticoso da accettare?
- Se vuoi che ti seguano, che paghino la tua consulenza devi fare capire a cosa serve. Si deve capire perché, quello che che proponi, può servire a chi vive un conflitto.
- Vorresti comprendere, per esempio, perché potrebbe essere utile per te, per risolvere i tuoi conflitti?
- Ecco, sì.
- Se ti dicessi che dipende da cosa intendi per "risolvere i conflitti"?
- Risolvere i conflitti significa trovare una soluzione che mi faccia stare bene.
- Stare bene con te stessa, vuoi dire?
- Anche... Non avere rogne, seccature, fastidi, trovare una via d'uscita. Chi vuole stare male!?
- Quindi vorresti comprendere, se quello che propongo può servire a eliminare il problema.
- Certo, trovare una soluzione a un problema che mi crea un conflitto.
- Dunque, vorresti che proponessi una ricetta o una serie di regole pratiche per tirarti fuori da un problema.
- Per esempi... e per invogliarmi a rivolgerti a te.
- E' come imparare a leggere e ascrivere. Propongo un modo per "leggere e scrivere" il conflitto, dunque, per raccontarlo e viverlo. Nessun maestro ti spiega come si fa o a cosa serve leggere e scrivere. Un maestro ti mette in mano una penna, un quaderno e poi sta lì, accanto, mentre si fa esperienza della scrittura e della lettura. E a forza di farne esperienza, impari.
Quanto a servire, dipende dalle scelte personali...
Ecco, faccio questo: "accompagno" a fare esperienza del conflitto, a saperlo leggere e scrivere, a saperlo raccontare con parole nuove, in un certo senso a "ri-scriverlo".
"E' nel processo che si realizza la vita e il suo significato " Haruchika Noguchi
"Accompagno" nel dare un nome a quello che si prova, non per sguazzare nelle emozioni - di rabbia, odio, frustrazione, dolore - ma per contattare l'energia di quelle emozioni, cosa indicano, in termini di valore, di bisogni umani, che chiedono di essere accolti: bisogni di ascolto, riconoscimento, autenticità.
La soluzione del problema consiste nell'assumersi ognuno la propria responsabilità rispetto al conflitto e nel mettere in atto azioni concrete, coerenti con quei bisogni/valori.
"Accompagno" a cogliere l'importanza del percorso e di quello che si prova "mentre si corre", più del traguardo in sé, per dare valore a un processo di apprendimento condiviso, di conoscenza di se stesso e dell'altro. "Servo" a tenere il passo della relazione, a tenere il ritmo della corsa.
"Vedi Molinari...L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa... L'importante è quello che provi mentre corri." dal film Notte prima degli esami, 2007
Saper leggere e scrivere quello che si prova, in un conflitto, orienta verso scelte responsabili.
Saranno i protagonisti della storia a decidere, insieme, cosa farne di questa esperienza, di questo apprendimento, e io continuerò a rimanere, per accompagnarli anche in questa scelta, fin dove vorranno.
Francesca Panarello
Mediatrice Familiare AIMeF L. 4/13
Mediatrice dei Conflitti a orientamento umanistico
Comments